Cari Circoli Trentini,
di seguito inviamo il testo della lettera spedita dal Presidente Alberto Tafner alla Ministra dell'Interno Luciana Lamorgese in merito alle pratiche in corso per il riconoscimento della cittadinanza per la Legge 379/2000.
Un caro saluto
La segreteria
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Trento, 16 giugno 2020. Prot. 177/fb S.E. Ministro dell’interno – Luciana Lamorgese Piazza del Viminale, 1 00184 ROMA caposegreteria.ministro@interno.it p.c. Prefetto dott. Michele di Bari Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione gabinetto.dlci@pecdlci.interno.it Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione Direttore centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze Prefetto dott.ssa Rosanna Rabuano rosanna.rabuano@interno.it Area V - Cooperazione internazionale e zone di confine Vice-Prefetto dott.ssa Graziella Forti graziella.forti@interno.it Deputati e Senatori Circoscrizione Estero Deputati e Senatori Circoscrizione Trentino Alto Adige Coordinatori dei Circoli Trentini nel mondo Circoli Trentini del Sudamerica Oggetto: legge n. 379 del 14.12.2000 – emigrati dai territori appartenuti all’Impero Austro-ungarico, esaurimento pratiche in corso Gentile Ministro, scrivo a nome dell’Associazione Trentini nel mondo che, dal 1957, opera a favore degli emigrati Trentini in tutto il mondo. Oggi l’Associazione raccoglie oltre 200 Circoli Trentini diffusi in trenta Paesi. Nei Circoli, attraverso il lavoro di centinaia di volontari si diffondono e si promuovono la cultura, la lingua e lo stile di vita italiani. Ogni settimana decine di eventi grandi e piccoli portano il nome dell’Italia e del Trentino in grandi città e piccole località dell’Europa, dell’America Latina, dell’Australia, degli Stati Uniti e del Canada. La peculiare storia della nostra Provincia, divenuta italiana solo dopo la Prima Guerra Mondiale, la rende speciale sotto molti aspetti; per i Trentini all’estero ha una particolare rilevanza la situazione che riguarda il riconoscimento della cittadinanza italiana. Mentre, infatti, questa viene riconosciuta a tutti gli Italiani emigrati a partire dalla fondazione del Regno, per gli emigrati dal Trentino e dagli altri territori ex Austro-Ungarici divenuti italiani al termine della Prima Guerra Mondiale, l’italianità è riconosciuta solo a partire dalla data dell’annessione, vale a dire dall’entrata in vigore del Trattato di Saint Germain il 16 luglio 1920. È stata necessaria una legge speciale, la legge 379/2000, per permettere anche ai nostri concittadini emigrati prima di quella data, di chiedere – a determinate condizioni – il riconoscimento della cittadinanza italiana. L’Associazione – che ha promosso e sostenuto la legge – ha accolto con favore questa apertura e ha messo in campo tutte le sue forze per informare i potenziali interessati e per sostenere l’attività dei Consolati specialmente nelle aree in cui è più significativa l’emigrazione trentina anteriore al 1920. Durante il periodo di vigenza della legge, che è ormai scaduta da quasi dieci anni, l’adesione è stata molto significativa e sicuramente superiore alle aspettative. Il riconoscimento della cittadinanza italiana è stato visto come un’opportunità per sé e per la propria famiglia, ma anche come un importante tributo alle fatiche e ai dolori degli antenati emigrati e come l’attestazione di un’identità italiana preservata per generazioni, anche a prezzo di sacrifici e discriminazioni. Nonostante la complessità del processo e l’attesa spesso protratta per anni, molte persone hanno completato l’iter positivamente e ora sono riconosciute a pieno titolo come cittadini italiani. Le notizie che pervengono all’Associazione, però, riferiscono di molte famiglie ancora in attesa e la cui documentazione, benché sia stata regolarmente presentata nei termini, non risulta pervenuta all’ufficio della Direzione Centrale per i Diritti Civili, la Cittadinanza e le Minoranze, incaricato dell’assolvimento delle pratiche relative alla Legge 379/2000. Al tempo stesso, sembrerebbe che gli uffici consolari che hanno accolto le domande non abbiano più pratiche in giacenza. Di fronte a questa incongruenza c’è preoccupazione da parte dell’Associazione per il destino di molte richieste che rischiano di non trovare risposta da parte delle autorità sull’esito del riconoscimento. Il problema che esponiamo è particolarmente sentito nella comunità del Sud del Brasile, dove è più concentrata la collettività di origine trentina ma non è assente nemmeno in altre parti del mondo e specialmente in altri paesi del Sudamerica. Siamo consapevoli della mole del lavoro che è stata affrontata dal Ministero e dai Consolati per la gestione dell’iter, particolare e complesso, previsto dalla Legge 379/2000 e specialmente abbiamo apprezzato l’opera dell’ufficio per la “Cooperazione internazionale e zone di confine” e della responsabile dott.ssa Graziella Forti che negli ultimi anni ha svolto con disponibilità e coscienza la gestione delle pratiche. Ci permettiamo quindi di intercedere perché vengano promosse le opportune verifiche che da più parti vengono sollecitate sulle pratiche ancora inevase e di sostenere con gli interventi necessari gli uffici competenti in modo che tutti i richiedenti possano ricevere una risposta – sia essa positiva o negativa – in merito alle loro istanze. Il Presidente Alberto Tafner |
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